Malta
La bella cattedrale del paesino di Mġarr nel Nord-Ovest di Malta; alla sua destra, il ristorante Ta’ Wistin dove si può gustare lo “Stufat tal fenek”, lo stufato di coniglio, piatto nazionale maltese.
Pozzallo, nell’estrema punta sud della provincia di Ragusa, fino agli anni settanta, era definita “La città delle donne” perché quasi tutti gli uomini erano in mare, imbarcati, chi come mozzo, chi come Capitano con diploma dell’Istituto Tecnico Navale di Pozzallo che è intitolato all’illustre compaesano Giorgio La Pira che dal 1961 al 1965 era stato anche Sindaco di Firenze. Adesso vi sono tutti ritornati, come pensionati, e d’estate la zona – pomposamente chiamata “La Rimini del Sud” – si riempie di turisti siciliani e di altre regioni d’Italia che transitano poi verso verso Malta; essa è raggiungibile in meno di due ore grazie a un comodo servizio di catamarani.
Un catamarano nel porto di Pozzallo in partenza per Malta
La nazione più piccola della CEE ha solo 400 mila abitanti, ma con una presenza nel 2012 di 1,4 milioni di turisti arrivati in aereo, cui si aggiungono i 600 mila sbarcati dalle navi da crociera. Negli ultimi cinque anni l’incremento della presenza degli Italiani (+67%) è stato il più alto tra i visitatori delle tre isole dello Stato Mediterraneo (Malta, Gozo, e la minuscola Comino), mentre la percentuale di utilizzo degli alberghi è al secondo posto nella CEE.
L’economia nel 2012 ha registrato un incremento del PIL dell’1,2 per cento, mentre per il 2013 il governo conservatore aveva fatto una previsione – forse drogata dalle elezioni di legislatura fissate per il 9 marzo – di un +1,6 %. Ma molti Maltesi – anche i giovani, con lavori per lo più precari – si lamentano per le alte tariffe di gas e elettricità sulle quali si scarica il costo della desalinizzazione dell’acqua e gli effetti della non ancora varata legge sulla liberalizzazione di questo settore; e poi la manutenzione delle strade: fuori dai centri abitati latita, e i percorsi sono tappezzati di buche.
Un piatto di stufat-tal-fennek
Malta non ha risorse interne, non ha petrolio, malgrado lo stia cercando offshore bucherellando da 15 anni le sue coste senza alcun risultato; in effetti avrebbe la possibilità di trovarne, e tanto, in una zona di mare però contesa con la Libia ma la disputa giace presso la Comunità Europea da lungo tempo, causa – dicono i rumours che circolano tra i Maltesi – un accordo sottobanco del Governo Maltese fatto con il precedente defunto Rais di Tripoli che in compenso li riforniva di greggio a basso costo.
Le vasche scavate nella roccia calcarea sono state usate dai Maltesi da tempo immemorabile come comode mini piscine.
L’isola mediterranea – membro effettivo della CEE dal 2008 – ha solo cave di pietra calcarea di un riposante colore dorato con cui sono costruiti tutti gli edifici, e quindi si è dedicata al turismo di breve, e di lungo termine e cioè alle case di riposo per i pensionati dell’Europa Comunitaria. E i prezzi sono alquanto ragionevoli: per esempio nella zona turistica di Sliema, chi vi volesse soggiornare per qualche settimana, in questo Gennaio 2013, può spuntare prezzi tra i € 18 e i € 27, breakfast compreso, e cavarsela di giorno con i gustosi sandwich maltesi; per i più esigenti invece consiglierei il nuovo Valentina Hotel, con staff anche italiano, e con tariffe da € 50 per una doppia, ma all’apice per qualità, servizi e breakfast. Prezzi più bassi si trovano poi nella zona Nord di Malta, a Bujibba, dove un pensionato inglese mi ha detto che per un minimo di nove settimane, nel periodo Ottobre-Marzo, il suo albergo gli fa un Half board (colazione e pranzo/o cena) di € 32, e lui, che ha lasciato la Gran Bretagna – piagata nel 2012 da ben quattro mesi di bibliche inondazioni – ha fatto il conto che, tutto sommato, il soggiorno a Malta gli costa quanto il solo riscaldamento della sua abitazione nella umida Albióne. I Maltesi si sono inoltre dedicati – data la loro posizione strategica nel Mediterraneo e la loro conoscenza dell’Inglese – alle intermediazioni commerciali e finanziarie con tutto il Nord-Africa e il Medio Oriente.
L’importante presenza della Chiesa Cattolica è testimoniata dalle numerose chiese: in questa foto un angolo votivo in una di esse.
Un fatto esilarante da cui si è colpiti è che la lingua maltese – che a primo impatto sembra incomprensibile – ha innesti di varie provenienze. Vi è, of course, l’Inglese, e poi ci riconosci il dialetto siciliano come in Skola (scola – scuola), Teatru (tiatru – teatro). O il dialetto arabo del Nord-Africa e qui gli accostamenti sono molti più numerosi. Qualche esempio: sahha (in Arabo sahha – salute); ragel (ragul – uomo); mara (mar’a – donna); ahmar (ahmar – rosso); jum (yaum – giorno); kelma (kilma – parola); hobz (khobz – pane); dar (dar – casa) o frasi come Titkellem bl-Ingliż? (bitikallim bil-inglisi? – Parli Inglese?). E così pure nei nomi: l’attuale Ministro della Giustizia, per esempio, si chiama Silvio Camilleri; l’Arcivescovo è Paul Cremona, mentre il capo dell’opposizione laburista è Joseph Muscat, come il nome della capitale dell’Oman.