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Come ho iniziato

  Laureato in Lingua e Letteratura Inglese – con una tesi sui parallelismi tra pittura e la prima poesia di T. S. Eliot – ho scoperto di essere portato al reportage dopo un soggiorno di un anno in Egitto a seguito di due ravvicinate borse di studio; lì ho anche migliorato le mie conoscenze della Lingua Araba, parlata e scritta; una lingua che – data la sua complessità  e i pochi riferimenti alle lingue indo-europee – se non praticata, tende con il tempo a mostrarsi sempre più evanescente.

  Al ritorno dall’Egitto ciò che mi aveva fatto intuire di saper scrivere per i media era stato il commento del mio relatore all’Università Ca’ Foscari di Venezia cui avevo presentato un sunto della mia pre-tesi – L’Infitah: la nuova politica economica egiziana,  frutto di una lunga serie di defatiganti interviste condotte su tutte le joint-venture Italo-Egiziane dislocate al Cairo, lungo la Valle del Nilo e nella zona del Canale di Suez; egli dopo aver letto in totale silenzio le mie quattro pagine e tirato un lungo sospiro, aveva detto che sì, andava bene, a parte però quel mio spiccato taglio giornalistico.

  Dopo il ritorno a Milano ho così consegnata la mia pre-tesi alla redazione del Sole24Ore che l’ha pubblicata – dopo solo pochi giorni dal commento del professore – in metà della Terza pagina con il titolo “Le joint-venture Italo-Egiziane”.  Da quel momento in poi ho collaborato con i principali quotidiani nazionali e con riviste settimanali e mensili su temi quali: Alimentazione, Ecologia, Media, Medicina, Musica, Pesca, Società, Tecnologia, Telefonia, e Turismo.

  Le piramidi di Ghiza in una mia panoramica ottenuta da un collage di tre foto; sulla destra un poliziotto e il conduttore del suo cammello per trasportare turisti. Sul lontano sfondo la metropoli del Cairo.

  Quasi ogni mio articolo pubblicato può essere considerato uno “scoop” a sé stante, in quanto riporta una storia in anticipo di diversi mesi, se non di anni: un esempio è quello sulla scoperta della produzione di vino Inglese DOC – allora del tutto ignota, anche a molti Britannici – le cui due pagine sono scaricabili in PDF da “English wine“. Nel testo del racconto, Theobald, uno dei vignaioli d’Oltre Manica da me intervistati nei loro vineyard, prefigura già, decenni prima, i vantaggi che il Global Warming avrebbe avuto sul clima Inglese; chiaramente egli allora non poteva anche prevedere – seppur le leggi della Fisica siano inesorabili – gli altri effetti sconvolgenti del riscaldamento terrestre. La previsione di Theobald è infatti a posteriori confermata da un recente articolo del 2024 del Guardian che illustra il boom di produzione vinicola nel Regno Unito causato dal “Global Boiling”.

   Questo mio sito presenta nelle sue varie sezioni, a causa della mia multiculturalità, diversi testi scritti direttamente in Inglese, alcuni dei quali con la corrispondente traduzione in Italiano. Nella foto di About – per la quale avevo usato una Canon EOS 620 a pellicola con un obiettivo fish-eye che copre 175° – sono il quarto da sinistra, durante una riunione, nell’estate del 1987, della Redazione del quotidiano New York Newsday per la scelta dei titoli del giorno dopo. Per la prima pagina si opterà per “Koch watch!” – Koch stai attento! – affettuoso consiglio rivolto al Sindaco di New York, colpito il giorno prima da un infarto. Edward Irving Koch – Bronx, 12 dicembre 1924 – Manhattan, 31 Gennaio 2013 – era stato il centocinquesimo Sindaco di New York, carica riconfermatagli dagli elettori per tre successive legislature, dal 1978 al 1989.

 brunocastrovinci@gmail.com